Internazionalizzare con poco budget
In web marketingVendere all’estero, esportare i prodotti eccellenti delle tantissime piccole e medie imprese italiane è un tema di cui si è parlato e si continua a parlare in tutti gli ambienti economici a vario livello, dai convegni ministeriali alle associazioni di categoria, ai tanti uffici commerciali delle aziende stesse.
E’ noto che le imprese che sono riuscite ad attuare una strategia di internazionalizzazione hanno avuto meno problemi con la crisi, anzi molte sono riuscite anche a crescere, poiché non è una novità che il Made in Italy continua ad avere un’ottima immagine ed è ampiamente apprezzato dai consumatori e dagli operatori esteri.
Molti imprenditori ci sono riusciti, altri vorrebbero, ma in tantissimi si sono arresi di fronte alle difficoltà di approcciare i mercati esteri, creare una forza vendita specifica e soprattutto per gli investimenti necessari, solo per iniziare, senza avere una minima garanzia di riuscita dei progetti. Per tantissimi dunque vendere oltre le nostre frontiere è rimasto un bel desiderio da accarezzare e richiudere nel cassetto in attesa di tempi migliori.
E pensare che vi è una strada che offre la possibilità di avviare, o quanto meno testare, progetti di internazionalizzazione senza uscire dalla propria azienda, spendendo solo quello che si è disposti a spendere, verificando subito i risultati, per correggere gli eventuali errori e raggiungere perfino le nicchie più piccole di mercati lontanissimi.
Ma come si fa ad utilizzare il marketing web per raggiungere questi obiettivi?
Ecco la nostra risposta in 4 fasi indicative per far capire come è possibile vendere all’estero qualsiasi prodotto, manufatto, macchina industriale e via discorrendo, con un budget veramente minimo.
Prima fase: studiare i mercati
Comprendere dove il nostro prodotto è più apprezzato, scegliere le nazioni più promettenti, verificare come può essere proposto e valutare i competitors presenti. Naturalmente non vi sarà bisogno di commissionare costose ricerche di mercato, sul web sappiamo trovare con poca spesa tutte le informazioni necessarie.
Seconda fase: cercare un appoggio
Sempre tramite web saremo in grado di individuare gli specialisti del settore nella nazione che ci interessa, gli influencer, gli opinion leaders, gli esperti del prodotto e cercheremo la loro collaborazione anche dal punto di vista linguistico, aspetto questo che riteniamo fondamentale.
Terza fase: progettazione della campagna
Ora sappiamo quali sono i siti o i motori più frequentati dal nostro potenziale cliente, conosciamo come cerca il prodotto che intendiamo proporgli e non ci resta che progettare e pianificare una campagna pay per clic, con landing page adeguate, ovvero le pagine web su cui faremo “atterrare” gli utenti interessati, dove li convinceremo a interagire e/o acquistare. Paradossalmente non è nemmeno necessario avere un sito. La cosa interessante è che pagheremo solo il numero dei clic che la nostra comunicazione genera, dunque spenderemo solo per coloro che hanno compiuto l’azione in obiettivo.
Quarta fase: analisi e ottimizzazione continua
Una volta che la campagna è “on air” il lavoro non è certamente finito, arriva il momento più interessante per il direct marketer: analizzare i dati e migliorare continuamente i risultati. Difatti tutto è misurabile, oltre ai risultati è possibile monitorare il comportamento degli utenti e valutare molti altri dati, che ci consentono di innescare un circolo virtuoso di miglioramento costante del progetto.
Un imprenditore attento alle nuove opportunità avrà già compreso da questo breve articolo come potrebbe trarre vantaggio da progetti di questo genere, senza impiegare budget importanti. Ah… ovviamente, semplificando qualche passaggio, il processo vale anche per il mercato italiano.